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Dandy, terremoto romagnolo!

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Dandy, terremoto romagnolo!

Da piccola ho sempre voluto un cane, ma per motivi che capii solo crescendo, in casa ci furono tartarughe, cocoriti e pesci, ma il cane assolutamente no.

Finche’ mia nonna rimase sola e senza dire niente nel 2009 mi recai un paio di volte al canile per trovarle una nuova compagnia. Entrambe le volte, in una gabbia di cinque scriccioli, solo lei, con i suoi calzini bianchi, si avvicinava scodinzolante al cancello e lì ho capito che non ero stata io a sceglierla, ma che fu lei a scegliere me.

Chicca fu la migliore amica di mia nonna fino alla fine e ando’ a trovarla anche in casa di riposo, dove divento’ la mascotte del momento.

Poi nel 2013 arrivo’ Dandy e Chicca gli fece da mamma adottiva. Lui era gia’ nostro quando era ancora nella pancia della sua mamma biologica Sissi, yorkina di una coppia di amici di Fontanelice, quelli veri, che anche se un po distanti, ancora ti chiamano per chiederti come stai.

Dandy: madre certa e padre casanova di paese che i padroni di Sissi trovarono all’interno del  giardino in un istante di distrazione al ritorno dalla passeggiata.

Dicono che crescendo non si riconoscono piu’ come figli e  genitori, eppure…..una yorkina di soli 5 kg….come gli fa abbassare le orecchie e metterlo in riga lei quando si vedono, non c’e’ mai riuscito nessuno. Io rimango della mia idea che lui in qualche modo lo sa che lei e’ la sua mamma.

Dandy, simil terrier attaccabrighe fuori di testa dalla punta del naso fino alla coda, ma che quando ti guarda dal basso verso l’alto con quegli occhioni da cartone animato giapponese, a confronto lo zucchero filato e’ meno dolce.

Il suo nome, per noi importante, lo aveva gia’ addosso, preso in prestito da quell’amico di Fontanelice, Beppe detto Dandy, stesso nome del locale che insieme alla moglie Gianna gesti’ per 40 anni. Stesso nome del pastore tedesco che aveva avuto. Insomma, un nome con tanta storia dentro.

Il suo caratterino lo ha dimostrato fin da piccolo, quando andavamo al fiume a Castel del Rio, lui si divertiva a giocare con dei rametti dentro e fuori dall’ acqua, poi ad un certo punto spariva e dovevamo andare a recuperarlo al chiosco li’ vicino, mentre tentava di aggredire qualche altro cane che se ne stava buono e tranquillo con i suoi padroni. E aveva solo sei mesi! “figuriamoci come diventera’ quando cresce!” pensammo noi.

E poi un giorno di fine estate, mentre eravamo a spasso in spiaggia, incontrammo un signore che stava giocando con un cucciolo di australiano merle e parlando con lui spiegai che Dandy era una vera peste e gestirlo era un po’ difficile. Mi suggeri’ di chiamare Rita del centro cinofilo di Migliarino che aveva aperto da poco, lui andava li’ e i “giochi” che stava facendo col suo Lupen in spiaggia, in realta’ erano esercizi che gli aveva insegnato Rita per iniziare ad addestrarlo.

Cosi’ dopo aver parlato al telefono con Rita iniziammo l’avventura del campo. Quando ci vide per la prima volta, mi confermo’ di seguito che avrebbe voluto mettersi le mani nei capelli, vedendo me totalmente inesperta e lui, tremendo, che invece di giocare con i suoi compagni della puppy class, voleva mangiarseli tutti!

Ma lei molto diplomaticamente non disse nulla, osservava e mi dava indicazioni di volta in volta su come comportarmi in base alle reazioni di Dandy.

Riuscii col tempo a insegnargli alcuni comandi, importantissimi e fondamentali per riuscire a gestirlo meglio.  Poi passammo all’agility, divertimento , sfogo e momenti unici di simbiosi e felicita’ tra me e lui. Dandy era cambiato, era piu’ equilibrato, piu’ attento, il carattere di un terrier rimane il carattere di un terrier seppur meticcio……ma dal portarlo a spasso al guinzaglio modello aquilone, al riuscire a farlo stare al piede e  vedere che risponde ai comandi (quando non gli si “chiude la vena”) e’ stato davvero un passo enorme e grande soddisfazione!

Se mi avessero detto  anni fa che la mia vita sarebbe stata condizionata da un cane mi sarei messa a ridere. Invece ora tra passeggiate, pappa da preparare, corse dal veterinario appena si scheggia un’unghia, serate al campo a vederlo correre felice tra gli ostacoli di agility, effettivamente mi rendo conto che la mia vita praticamente gira attorno a lui, a loro…..me l’hanno stravolta e’ vero. Ma quando arrivo a casa arrabbiata col mondo o preoccupata per qualcosa e vedo quelle 4 + 4 zampette corrermi incontro e sentire le loro linguette umide  darmi i bacini del “bentornata”, allora mi dico che l’importante e’ che loro stiano bene… tutto il resto….arrabbiature o giornate storte, in qualche modo si risolvono sempre.

 

Katia Z.